TC Electronic Sub’n’Up Mini, ben più di un semplice octaver


Volevo farmi una mini pedaliera di backup con la roba che avevo in casa, ma tra tutti i pedali avevo solo un octaver polifonico da utilizzare (un Mooer Tender Octaver MK I), me ne serviva quindi un secondo almeno pari livello o superiore, e complice uno sconto tra gli usati e ricondizionati di Amazon (a tal proposito: per essere sempre aggiornati a riguardo vi conviene iscrivervi al canale Telegram del blog) e mi sono portato a casa il TC Electronic Sub’n’Up Mini ad un prezzo molto buono.


Nella scatolina di cartone si trova il pedale, il manuale ed un adesivo, mentre il pedale è completamente in metallo, con collegamenti Input e Output, un footswitch di attivazione, tre potenziometri per Sub, Up e Dry, una porta mini usb e una presa per l’alimentazione a 9V, unico modo per alimentare il pedale visto che non è previsto alloggiamento per batterie viste le dimensioni.
Le dimensioni sono ridottissime, poco più grandi di un pedale Mooer, ma è piccolo abbastanza per occupare poco spazio in pedaliere già affollate.



All’apparenza sembra un semplice octaver polifonico con i controlli per regolare il volume dell’ottava bassa, dell’ottava alta e del segnale pulito, il suono è abbastanza buono così come il tracking della nota anche suonando sugli accordi, che però non sono ben definiti e suonano un poco ingolfati soprattutto alzando l’ottava alta, e sembra ci sia sempre un suono di una seconda ottava bassa miscelato al suono dell’ottava alta che, soprattutto sul registro più grave da abbastanza fastidio.
Decido allora di collegarlo al software di editing TonePrint (lo stesso dello SpectraComp) e vedere cosa si può fare, scopro effettivamente che nel preset di fabbrica sull’ottava alta c’è il suono miscelato della seconda ottava bassa, vado a rimuoverlo completamente, salvo la patch, la carico sul pedale e ora l’octaver suona come volevo e quasi ai livelli del POG di Electro Harmonix come tracking e pulizia.
Andando a spulciare il software vedo che i preset sono gli stessi per il Sub’n’Up normale, inoltre tra le opzioni scopro che è possibile programmare il pedale aggiungendo modulazioni, overdrive, eq e tanti altri parametri che lo rendono versatilissimo, addirittura riprogrammando i potenziometri in modo che operino diversamente, o su più parametri contemporaneamente (fino a 3 per potenziometro) oppure anche la loro curva di escursione.
Ad esempio mi sono poi fatto una patch dove ho solo suono dry e octave up, mentre il potenziometro dell’ottava bassa aggiunge e regola un distorsore solo sull’ottava alta, ma è possibile aggiungere un flanger, o la distorsione su tutte le ottave, modificare l’equalizzazione di un ottava che non suona bene, o fare in modo che un potenziometro regoli contemporaneamente il volume di tre ottave oppure, più banalmente scegliere di avere un octaver polifonico o monofonico, con 4 o 3 ottave.
Una volta fatte le patch e caricate sull’app sarà possibile cambiare al volo il suono con la funzione beam, avvicinando lo smartphone al pickup dello strumento, così facendo è come avere diversi pedali settati alla bisogna o un pedale programmabile, rendendo la versatilità del Sub’n’Up utilizzabile anche dal vivo.


Rispetto al fratello maggiore perde un potenziometro e lo switch a tre vie, ma all’interno le funzioni sono le stesse e permette di risparmiare spazio in pedaliera e qualche soldo nel portafoglio.
Se vi piace smanettare e cercare suoni sempre nuovi e strani è sicuramente un pedale da provare, anzi è un octaver che va smanacciato e personalizzato un po’ prima di poter essere lì utilizzato, se volete un pedale più semplice da suonare subito fuori dalla scatola invece non fa decisamente per voi.

See ya!
Cesare