Gli effetti: guida semiseria sul loro funzionamento e utilizzo (parte 3)

Terza e ultima parte della guida sugli effetti, questa volta si parla del blocco delle modulazioni, degli effetti di intonazione, gli effetti di ritardo e quelli d’ambiente, ma iniziamo subito che questa volta è il listone è piuttosto lungo.

Octaver è un pedale che prende la nota suonata e la traspone identica ma di una o più ottave più in alto o in basso, miscelandola o meno al suono pulito di origine.

Pitch Shifter come l’Octaver prende una nota e la traspone, non per ottave, ma per toni o semitoni in alto o in basso (ad esempio se suono un Do e il Pitch Shifter è impostato su un tono e mezzo più in alto la nota che verrà riprodotta dall’effetto sarà un Re#), ci sono anche dei Pitch Shifter intelligenti detti Harmonizer che invece di limitarsi a trasporre la nota suonata la armonizzano secondo una scala di un dato intervallo, e miscelando suono processato e suono originale dando l’idea di due strumenti che suonano la stessa parte, ma in tonalità diverse e armoniche.
Si parla di Whammy o di Vibrato quando il Pitch Shifter è dotato di un pedale d’espressione come un Wha per poter variare l’escursione dello shifting in tempo reale simulando il suono che un chitarrista otterrebbe normalmente sulla chitarra azionando la leva del vibrato, ma con una gamma molto più ampia di variazione del pitch.

Tremolo è la variazione periodica dell’ampiezza (o intensità) dell’onda, il suono è appunto tremolante con continui cali o tagli nelle code, ripetuti e ciclici.

Phase Shifter o Phaser il funzionamento di questo effetto si basa sulla somma tra due segnali, il segnale originale e una sua copia, ma variata in fase e/o velocità.
Si tratta quindi di un effetto di modulazione, il cui risultato è un suono vorticoso dove a settaggi elevati ha un suono quasi “liquido”, usato con parsimonia ha una vocalità simile al wah e può essere usato per dare un colore più funk al proprio suono, mentre a settaggi più estremi entra in territori psichedelici.

Leslie o UniVibe è un effetto che simula l’effetto Doppler generato da una coppia di altoparlanti rotanti e prende il nome appunto dal Leslie un modulo a cabinet per organo Hammond dentro al quale erano presenti due altoparlanti rotanti.

Synth vengono applicati filtri, oscillatori e anche altri tipi di effetti come quelli elencati precedentemente, in modo da modificare il suono e renderlo più “artificiale” ed elettronico, simile ai sintetizzatori a rack o a tastiera.

Chorus è un effetto che mediante micro stonature e ritardi quasi impercettibili va a ingrossare il suono a seconda di quanti strati vengono sommati al suono originale (come un coro appunto).
Lo stesso principio si applica al Chorus Stereo a cui si aggiunge però una oscillazione del suono tra i canali destro e sinistro.
Nel corso degli anni ’80 se ne è usato (e abusato) piuttosto spesso, anche perchè permette di creare una spazialità sognante ed eterea.

Flanger il funzionamento è simile a quello del chorus, aggiunge cioè una linea di ritardo al suono originale. Si differenzia dal Chorus per il tipico “feedback” e la differenza di tempo nel ritardo applicato. Nel flanger il ritardo applicato è così breve da creare degli effetti di controfase e di “filtro a pettine” il segnale generato viene poi reintrodotto nella linea di ritardo creando un effetto Larsen controllabile. L’adozione di un filtro LFO applicato al tempo del ritardo crea il particolare suono ciclico. Il Flanger e’ conosciuto per generare un suono che ricorda quello di un Jet in decollo.

Delay è appunto un ritardo nel segnale processato che può essere sommato al suono originale, per avere un suono più dilatato o per creare degli eco usando le ripetizioni generate (effetto Echo).
Un tempo veniva creato in modo analogico registrando su nastro il suono originale e riproducendolo cambiandone la velocità, oggi la maggior parte dei Delay sono digitali e permettono una modellazione del ritardo con tempi più lunghi.
Come il Chorus il Delay può anche essere Stereo, un tipico esempio è il Ping-Pong Delay con la sua oscillazione tra canale destro e sinistro che ricorda il comportamento di una pallina da Ping Pong.
Ci sono anche il Reverse Delay che al suono originale aggiunge il suono processato, ma suonato al contrario e il MultiTap Delay che aggiunge diversi delay alla linea del segnale.
Invece lo Slapback Echo nel rock e nel surf rock degli anni ’50 era molto in voga, si tratta di una ripetizione rapida e secca di un eco.

Riverbero o Reverbero è la simulazione della riflessione dell’onda sonora in diversi ambienti, questo allo scopo di dare spazialità al suono quando non è possibile ottenerla in modo naturale.
Per fare ciò ci sono diversi tipi di riverbero che si dividono in digitale e analogici, se per i primi è abbastanza ovvia che ci si affida ad un circuito digitale per la creazione del riverbero o la simulazione delle controparti analogiche, i riverberi analogici possono essere ottenuti anche con strumenti meccanici come ad esempio lo Spring Reverb o Riverbero a Molla, o il Plate che viene generato mediante la vibrazione di una lastra di metallo.
Ci sono poi i vari riverberi Room, Chamber, Hall, Church, Cathedral che simulano la risposta degli ambienti da cui prendono il nome.

E con questo abbiamo finito, sperando di non aver scritto troppe inesattezze e di aver chiarito a qualcuno le idee, non esitate a commentare se magari mi sono dimenticato qualcosa.

See ya!
Cesare