Gibson Electric Bass, la storia lunga (e spesso confusionaria) dietro alla sigla EB

Il Gibson EB è il nome con cui si indica l’iconico basso “Diavoletto” imbracciato da Jack Bruce nei Cream, ma anche del basso Gibson EB a forma di contrabbasso sempre suonato da Jack Bruce, che però è anche il Gibson EB semiacustico che imbracciava George Harrison (e in una foto di questi giorni, lo si vede immortalato anche assieme a Paul McCartney), però aspetta se cerco oggi sul sito Gibson viene fuori un basso ancora diverso!
Già, perchè sotto la sigla EB si sono avvicendati numerosi bassi, a volte con differenze minime, mentre tante altre volte con modelli molto differenti tra loro, in una storia lunga e travagliata che ha toccato tutta la produzione Gibson ed Epiphone.

EB-1, 2 e 3, ma non finisce certo qui

1953 – Gibson EB-1, il primo basso elettrico Gibson

Partiamo dall’inizio, ovvero dal primissimo basso Gibson: l’EB-1 (ovvero con molta fantasia Electric Bass) nato nel 1953 come risposta al Fender Precision Bass, che per differenziarsi del rivale aveva una forma a contrabbasso, con buche ad effe dipinte e puntale per suonarlo da in piedi come un vero contrabbasso.
Per il resto il basso aveva scala corta 30″, manico incollato, meccaniche tipo banjo dietro la paletta ed un unico pickup humbucker al manico (passato alla storia come “Mudbucker” per il suo suono pastoso, scuro e poco definito).

1958 – Gibson EB-2, vibrazioni electric spanish

Nel 1958, in contemporanea con la gemella Gibson ES-335, vede la luce il Gibson EB-2, questa volta le buche ad effe nono sono dipinte, si tratta infatti di un vero e proprio basso semiacustico, costituito da un corpo con le ali laterali vuote e un blocco centrale di legno per la riduzione dei feedback, doppia spalla mancante, anche qui scala corta 30″, manico incollato, meccaniche da banjo (sostituite dal ’61 con le classiche a trifoglio) e un unico pickup humbucker al manico, nell’anno successivo si aggiunge un “Baritone Switch” che serviva a tagliare o enfatizzare le frequenze basse.

Gibson EB-2 del ’59

1959 – Gibson EB-0 e Gibson EB-6, da 0 a 6 in un anno

Nel 1959, a seguito del calo di vendite dell’EB-1, vede la luce il Gibson EB-0, basso pensato come entry level della linea, quindi con finiture più spartane e con la forma della Les Paul Junior Double Cutaway.
Si aggiunge, in risposta a Danelectro che aveva lanciato l’anno precedente, il Gibson EB-6 basso a 6 corde (o chitarra baritona, quindi accordato EAGDBe come una chitarra, ma un ottava più in basso), il basso è semiacustico e riprende forma e caratteristiche dell’EB-2.
Per entrambi le caratteristiche tecniche rimangono quelle dei modelli precedenti, quindi scala corta manico incollato e il solito pickup “Mudbucker”, l’unica differenza si trova nelle meccaniche: stile banjo per l’EB-0 e a tulipano per l’EB-6, quest’ultimo ha inoltre lo switch per il taglio/enfasi delle basse.

1961 – Gibson EB-0 e Gibson EB-3, due diavoli di basso

Nel 1961 vede la luce la chitarra Gibson SG passata alla storia col soprannome di “Diavoletto” per via delle due corna a punta, e il basso Gibson EB-0 si rifà il look prendendo la forma della sorella a 6 corde, mantenendo però tutte le caratteristiche tecniche precedenti, tranne che per le meccaniche che vengono sostituite con le Kluson a trifoglio.
In contemporanea vede la luce il Gibson EB-3 sempre con la forma della SG del ’61, scala corta, manico incollato, meccaniche Kluson a trifoglio.
La dotazione elettrica passa da uno a due pickup: un humbucker al manico e un mini humbucker al ponte, due potenziometri per i toni e due per i volumi dei singoli pickup, si aggiunge anche uno switch rotativo Varitone a 4 posizioni (pickup al ponte, entrambi i pickup, pickup al manico e pickup al manico con filtro sulle medie).

1962 – Gibson EB-O, Gibson EB-OF/EB-0F e Gibson EB-6 SG, le cose iniziano a farsi davvero confuse

Il ’62 per la serie EB è un anno di sperimentazioni, l’EB-6 passa da semiacustico a solid body con la forma SG, due pickup humbucker e le meccaniche a tulipano.
Al circuito dell’EB-0 si aggiunge un Fuzz al germanio più precisamente un Maestro FuzzTone, che aggiunge switch In-Out (per attivare l’effetto), un potenziometro Attack e uno Volume ai classici volume e tono dando vita al Gibson EB-0F.
In quest’anno appare la doppia denominazione per l’EB-0 e l’EB-0F, in alcuni cataloghi troviamo infatti EB-O e l’EB-OF, probabilmente per un refuso lo zero è diventata una O e da questo momento si possono trovare entrambe le denominazioni.

n.d.r. se vi state perdendo dietro a tutte queste modifiche, sappiate che queste sono solo quelle rilevanti che hanno portato a dei cambi di denominazione, spesso infatti c’erano modifiche di anno in anno, come spostamento dei pickup più avanti o più indietro, circuiti come il Varitone che sparivano e riapparivano, palette che diventavano slotted e poi tornavano a libro, il solo ponte è cambiato innumerevoli volte, insomma il classico problema di Gibson sui bassi: non c’è mai stato un vero e proprio standard fisso su come dovevano essere i modelli, creando una grande confusione che non ha mai permesso di rendere forte e iconica Gibson sui bassi come è stato per Fender.

1966 – Gibson EB-2D, il ritorno del semihollow

Nel 1966 anche l’EB-2 viene rinnovato e passa alla denominazione EB-2D con l’aggiunta di un pickup mini-humbucker al ponte e le meccaniche a tulipano.

A sinistra un Gibson EB-2, a destra invece un Gibson EB-2D

1969/1970 – Gibson EB-0L e Gibson EB-3L, la regola della “L”

Tra il ’69 e il ’70 la serie EB si avventura nei territori della scala 34″, nascono quindi l’EB-0L e l’EB-3L dove la L sta appunto per Long Scale, in questi anni appaiono anche le palette Slotted Headstock, ovvero le palette scavate come per le chitarre classiche.

1973 – Gibson EB-4L, l’EB “Preciso”

Nel ’73 nasce il modello EB-4L (a volte identificato come EB-4), a prima vista assomiglia ad un classico EB-0, ma innanzitutto la scala è lunga (quindi 34″), le meccaniche questa volta sono Shaller, mentre il pickup non è più il classico Mudbucker, ma si tratta di un nuovo pickup progettato da Bill Lawrence, si tratta di un humbucker con i poli scoperti come in uno spilt coil reverse e spostato più verso il centro (la similitudine col Precision è abbastanza evidente), si aggiunge anche uno switch a 3 posizioni che cambia il timbro del pickup intervenendo sugli avvolgimenti.

2011 – EB-11, un ritorno alle origini

Dal 1961 e fino al 2010 la sigla EB è stata associata al basso con il body SG e i numeri indicavano un certo tipo di dotazione, dal 2011 le cose cambiano ancora.
Da questo momento i bassi EB iniziano a prendere come numerazione quella dell’anno di produzione, l’EB del 2011 viene per questo definito EB-11, e riprende la forma ispirata alla Gibson Les Paul Jr. DC del primo EB-0, mantiene scala corta e manico e incollato, meccaniche a trifoglio Grover e i due classici humbucker dell’EB-3 controllati da due potenziometri per i volumi dei pickup e un potenziometro per il tono.

2012 – EB-12/EB-13 il primo EB a 5 corde

Nel 2012 finalmente Gibson decide di fare un pochino d’ordine nel suo catalogo (non troppo però, eh) l’EB-2D abbandona la scala corta e diventa il Midtown Bass, l’EB-3 diventa ufficialmente l’SG Bass, l’EB-1 sparisce e anche l’EB-0 sparisce (momentaneamente), mentre sotto la sigla EB nasce un nuovo basso nelle varianti a 4 e 5 corde (il primo cinque corde della serie EB) identificato come EB-12 o EB-13 a seconda dell’anno di produzione.
Scala da 34″, manico incollato, meccaniche Grover e ponte Babicz Full Contact.
La dotazione elettronica conta su due pickup humbucker in alnico V progettati da Jim De Cola, con un controllo di tono e due volumi push/pull che attivano il coil tap dei pickup.

2014 – EB-14 l’EB dell’anniversario

Il 2014 è il 120° anniversario di Gibson e l’EB, questa volta identificato come EB-14, si rifà leggermente il look, cambiano le colorazioni, l’ingresso jack si sposta dal battipenna al bordo del body e al 12° tasto viene inserito un intarsio che commemora i 120 anni del marchio.
Per il resto vengono corretti alcuni difetti di produzione, ma in generale le caratteristiche sono quasi tutte invariate.

2017 – l’EB-17 ne fa 24

Solo 5 anni e l’EB cambia ancora una volta aspetto in modo drastico e moderno, passa alla denominazione EB-17, la dotazione tecnica rimane invariata, ma la paletta passa dalla classica a libro a una più simile a quella del Thunderbird con le quattro meccaniche in linea o in formato 4+1 come nei MusicMan nel caso del modello a 5 corde, e come grande novità, per la prima volta il manico ha 24 tasti.
Il Body prende una forma più snella e allungata con un corno più lungo che arriva al 12° tasto per migliorare il bilanciamento del basso, celebre fin dalla sua nascita per la tendenza al neck dive.
Nel 2019 col cambio societario anche il basso passa alla denominazione EB-19, ma le differenze sono minime e legate più che altro alle colorazioni.

Bonus: Gli EB di casa Epiphone

Già perchè anche Epiphone, nonostante la produzione più breve, ha la sua bella dose di disordine con la serie EB, sin da quando è stata acquistata da Gibson e ha iniziato a produrre la sua linea economica.

1998-2001 – Epiphone EB-1

L’Epiphone EB-1 è la replica del Gibson EB-1 ed è stato in produzione solo per 3 anni come edizione limitata, rispetto all’originale le differenze sono molte e anche abbastanza evidenti, il manico è avvitato e non incollato, con scala 32″ invece dei 30″ dell’originale, il ponte è quello 3 viti degli altri bassi EB della Epiphone, anche la forma è più vicina al Viola Bass che ad un contrabbasso.
Nonostante ciò anche questo modello aveva il puntale per essere suonato in piedi, le buche ad effe erano dipinte come l’originale e aveva un unico pickup humbucker al manico con controlli di volume e tono, inoltre era venduto in due versioni: fretted e fretless.

1959-1970 Epiphone EB-231, EB-232 ed EB-232V (Rivoli)

Epiphone era già proprietà Gibson nel 1959, e di cui già all’epoca produceva copie ufficiali fabbricate negli Stati Uniti, in questo caso si trattava di repliche dell’EB-2 e dell’EB-2D, e oltre al codice EB erano denominate Rivoli.
Manici incollati, scala 30″, meccaniche in stile banjo nel ’59 e successivamente a trifoglio, switch per il bass boost ed un unico pickup single coil (ma con forma humbucker) al manico per il modello EB-231, humbucker al manico per il modello EB-232 e l’aggiunta del pickup mini-humbucker al ponte per l’EB-232V.

Anni ’90 – Epiphone EB-2 (Rivoli Reissue)

L’unico EB-2 di Epiphone è stato in produzione durante gli anni ’90 ed è una esclusiva per il mercato giapponese, è anche denominato come Epiphone EB-2 Rivoli Reissue.
Come per l’EB-1 il ponte è quello a tre viti, un solo pickup humbucker al manico con controlli per volume e tono, manico incollato e scala 30″, con uno switch per il boost delle basse.
Tutti i modelli successivi hanno perso la sigla EB e mantenuto quella Rivoli o Rivoli II.

1990 Epiphone EB-2 Rivoli Reissue (Japan)

Anni ’90 – Epiphone EB-0

L’Epiphone EB-0 dalla sua introduzione negli anni ’90 è rimasto sempre in produzione e senza variazioni, l’unica edizione speciale è stata nel 2012 con la colorazione Pelham Blue.
Per il resto è sempre rimasto scala corta, con manico avvitato, ponte a tre viti ed un unico pickup humbucker al manico con controlli di volume e tono.

Anni ’90 – Epiphone EB-3

Ecco con l’Epiphone EB-3 le cose iniziano a farsi complicate, questo nonostante il modello standard non abbia subito modifiche sin dalla sua introduzione.
L’EB-3 standard richiama infatti il Gibson EB-3L, scala lunga 34″, manico incollato con intarsi a trapezio, meccaniche a trifoglio, due pickup un humbucker al manico e un mini-humbucker al ponte, ognuno con il proprio controllo di volume e tono, uno switch rotativo a 4 posizioni e ponte a 3 viti.
Per il mercato giapponese però esisteva una versione a scala corta, intarsi a dot al posto dei trapezi, thumb rest sul battipenna e paletta a libro come la versione Gibson.

2000-2001 Epiphone EB-35

Nel 2000 vede la luce l’unico modello a 5 corde della serie EB: l’Epiphone EB-35
Scala lunga 34″, intarsi a trapezio, 2 pickup OBL 2-Dual Rail Bass Humbucker con due potenziometri per i volumi e un tono, switch rotativo a 5 posizioni (che permetteva di splittare gli humbucker, metterli in serie o parallelo), ponte Tune-o-Matic.

2002-2005 Epiphone Elitlist EB-3 ed Epiphone Elitlist 1960’s EB-3

L’Epiphone Elitlist EB-3 è la versione del Custom Shop Epiphone, di fabbricazione giapponese, con materiali superiori, scala corta, capotasto in osso, thumb rest sul battipenna, intarsi dot, pickup Gibson, paletta a “lapide” con scritta Gibson sul copri truss rod.
Per il mercato giapponese la paletta era la classica Gibson e la dicitura era Epiphone Elitlist 1960’s EB-3

2009 – Epiphone EB-3 Negative

Edizione esclusiva per il negozio canadese Long & McQuade del 2009, l’Epiphone EB-3 Negative è identico al modello standard tranne per le meccaniche e i pickup neri invece che cromati e la tastiera in acero con trapezi neri, invece del classico palissandro con trapezi, il tutto per dare un look da foto al negativo al basso.

2009 Epiphone EB-3 Negative Long & McQuade exclusive

2011 – Epiphone EB-3 Ebony&Perloid

Nel 2011 è uscita una versione Epiphone EB-3 Ebony&Perloid del tutto identica al modello standard nero, ad esclusione del battipenna e della placca copri truss rod in plastica Pearloid invece della standard nera

2011 Epiphone EB-3 Ebony&Perloid

2011 – Epiphone EB-3 1960’s

Edizione limitata sempre del 2011, questo Epiphone EB-3 1960’s replica appunto il Gibson EB-3 degli anni ’60, scala corta 30″ quindi, livello qualitativo superiore alla serie standard, intarsi a dot sulla tastiera, thumb rest sul battipenna e logo Epiphone Custom Shop sul retro della paletta.

2012 – Epiphone EB-3 Pelham Blue

Anche l’EB-3 nel 2012 ha ricevuto una colorazione Epiphone EB-3 Pelham Blue, mantenendo però tutte le caratteristiche della versione standard.

2012 Epiphone EB-3 Pelham Blue

E con questo è tutto (sempre che Gibson non cambi ancora idea), alla prossima!
Cesare